L’iperico, nome scientifico Hypericum Perforatum, è una pianta da fiore ampiamente studiata per le sue proprietà medicinali. Da sempre rimedio naturale ad uso topico, raccolto nei campi, cresce spontaneamente e fa parte della nostra flora nazionale e mediterranea.

Nelle pagine consumate degli antichi testi di guarigione si parla di una pianta le cui lacrime sono magiche, usata a scopi spirituali e addirittura soprannaturali; sembra quasi trascendentale, con quell’alone mistico che da sempre l’accompagna e che viene confermata dalle tradizioni curative dei druidi o degli antichi guaritori. A questo proposito la storia ci tramanda i suoi comuni nomi, sacro e profano. Le civiltà pagane chiamavano l’iperico comunemente, la Pianta del Sole, a ragione del periodo in cui essa veniva raccolta al suo massimo periodo balsamico, tra il 23 e il 24 giugno, più o meno i giorni del solstizio d’estate. Le civiltà cristiane, quasi per lo stesso motivo, la chiamarono Erba di San Giovanni in quanto lo stesso periodo balsamico ricadeva nel giorno di ricorrenza della morte di San Giovanni Battista.
Nelle famiglie di una volta, l’iperico veniva raccolto nella seconda metà di giugno e con i fiori, messi in macerazione in olio alimentare per almeno 60 giorni, si produceva l’oleolito, una soluzione che nel tempo diventava rossa a seconda della quantità di principi attivi presenti nel fiore.
La soluzione veniva impiegata molto spesso ad uso topico per herpes, eritemi e irritazioni con un’azione veramente efficace, ma anche con funzione asettica e antibatterica.
Ogni tradizione popolare ha al suo interno l’impiego “medicale” dell’oleolito di Iperico e per questo, la soluzione, viene tradizionalmente appellata nei modi più diversi e possibili: olio di San Giovanni, olio pellico, olio rosso… è sempre dell’iperico che si parla e delle sue straordinarie proprietà dermatologiche e nutraceutiche.
Sempre per il suo periodo balsamico che coincide col solstizio estivo, l’iperico viene anche definita la pianta che porta luce; per questo motivo fu definita anche leggendariamente scaccia diavoli.
L’iperico, pregno di leggende millenarie e superstizioni religiose, resta oggi una delle regine tra le piante officinali.
È una pianta che nasce spontanea nei campi, ma può essere anche coltivata con facilità.
Negli ultimi anni l’iperico è stato riscoperto soprattutto per quello che riguarda i suoi impieghi tradizionali, e cioè l’uso strettamente topico, ma sono stati anche pubblicati diversi lavori scientifici circa la sua efficacia ad uso interno.
Per uso esterno questa pianta è usata in modo simile all’Arnica, con la differenza che la si può applicare anche sulle ferite aperte: l’olio di iperico è ideale per i lividi, le contusioni, le distorsioni, i dolori muscolari e articolari, la sciatalgia, il mal di schiena, i dolori alla cervicale, soprattutto nelle ustioni o le ulcere diabetiche, ma soprattutto negli eritemi e nelle irritazioni cutanee.
Per quanto riguarda l’uso interno, argomento più delicato e trattato da studi recenti, il focus è su uno dei suoi principali principi attivi: l’ipericina, la cui azione inibisce l’enzima monoammino-ossidasi (MAO), responsabile della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale; ha inoltre attinenza per i recettori GABA (acido gamma – ammino butirrico già regolatore neuronale e impiegato nei disturbi del sonno) ed è il dispositivo fondamentale antidepressivo dell’Iperico.
L’ipericina è anche neurotrasmettitore che regola l’umore, con consequenziale aumento degli esiti collegati alla entità di serotonina fruibile. In questo senso l’iperico aumenta la secrezione notturna di melatonina; contiene anche alcuni tannini dall’effetto antidiarrotico e alcuni flavonoidi dall’effetto diuretico.
Dopo aver esaminato tutte queste grandi proprietà, come per ogni altra pianta officinale, ci facciamo, però, la stessa domanda: l’iperico ha effetti collaterali? Ebbene sì! Pur essendo una pianta o un fiore anche di squisita bellezza, può avere effetti collaterali o entrare in contrasto con alcuni farmaci. La diffusa affermazione è una pianta … non può far male è il modo più errato di accostarsi alla fitoterapia: qualsiasi pianta o fitocomplesso o molecola isolata può generare effetti avversi. In generale il ricorso alla fitoterapia non deve mai avvenire senza parere medico, perché anche le piante hanno controindicazioni ed effetti collaterali e possono interagire con altri medicinali che si stanno assumendo. È sbagliato, infatti, credere che ciò che è naturale sia automaticamente e necessariamente sicuro.
L’iperico non va somministrato in gravidanza e allattamento e nei bambini d’età inferiore ai 12 anni; inoltre interferisce con la pillola anticoncezionale e con sistemi anticoncezionali non ormonali (come il cerotto o l’anello vaginale). Se l’estratto è generalmente controindicato in età pediatrica e nell’adolescenza, lo stesso veto non riguarda, però, di solito, l’olio di iperico utilizzato per applicazioni topiche. Per entrare nello specifico, rispetto ad alcuni studi sull’impiego nelle sindromi depressive, alcuni ricercatori, hanno registrato reazioni avverse nei consumatori di iperico provocati dalla Fluoxetina (il famoso Prozac), ansia, attacchi di panico, vomito e amnesia.

Alcuni studi sulle proprietà dell’iperico:
Hypericum spp.: Un aggiornamento sulle attività biologiche e sui profili metabolici – PubMed (nih.gov)
Nuove potenziali applicazioni farmaceutiche delle specie di iperico – PubMed (nih.gov)
Hypericum perforatum: usi tradizionali, studi clinici e interazioni farmacologiche – PMC (nih.gov)
Iperico per la depressione. Un aggiornamento delle evidenze cliniche – PubMed (nih.gov)