Il 14 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete

La data scelta celebra l’anniversario della nascita del Prof. Frederick Banting, che assieme al suo allievo Best isolò l’insulina nel 1921.

Il Diabete Mellito è una malattia metabolica cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio circolanti a causa di una insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas o ad una mancata risposta delle cellule dell’organismo alla sua azione.

Si tratta di una patologia con un grande impatto sulla qualità di vita dei pazienti e sul sistema sanitario nazionale.

Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito:

– Diabete di tipo 1 (ereditario)
– Diabete di tipo 2 (acquisito; rappresenta la forma più comune)
– Diabete gestazionale

I ricercatori hanno indagato le potenzialità della cannabis nella prevenzione e nella cura del Diabete Mellito ed il CBD ha dimostrato un ottimo potenziale, riducendo l’incidenza dell’insorgere del diabete autoimmune (tipo1) in alcuni studi condotti su modelli animali.

I ricercatori hanno inoltre dimostrato che in un modello di diabete di tipo II, (indotto negli animali con una dieta ad alto contenuto di grassi), tutti i topi di controllo sviluppavano il diabete in una media di 17 settimane, mentre la maggior parte dei topi trattati con il CBD rimaneva libera dal diabete fino alla 26esima settimana; questi risultati coincidono con una minore infiammazione nelle isole pancreatiche che producono l’insulina ed un peso totale inferiore rispetto ai propri cugini roditori non trattati.

Anche la tetraidrocannabivarina (THCV), un cannabinoide minore presente nella pianta di Cannabis, svolge un potenziale ruolo protettivo verso patologie metaboliche quali obesità e diabete. Tale molecola infatti, diminuisce l’appetito tramite il blocco dei recettori CB1 e riduce l’ infiammazione e lo stress ossidativo tramite attivazione di CB2.

Anche il THC ha dimostrato di ridurre la gravità della risposta immunitaria e i valori della glicemia nel diabete di tipo I (studi su animali). Un’esposizione continuativa al THC porta negli animali ad una diminuzione del peso, minore assunzione di cibo, e riduzione delle riserve di grasso durante il periodo di esposizione al farmaco e secondo i dati raccolti per 6 anni al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) nei consumatori di Cannabis la prevalenza di diabete mellito è inferiore rispetto alla popolazione generale così come quella dell’obesità.

La cannabis agisce inoltre sui recettori CB1 e CB2 cerebrali aumentando l’attività dell’adiponectina, un ormone che aiuta a regolare i livelli di glucosio nel sangue e a controllare il peso corporeo, riducendo la tendenza verso il diabete.

Tutti gli studi hanno infatti dimostrato che l’iperfagia o “fame chimica” si manifesta quando l’uso della cannabis è occasionale, mentre al contrario con l’uso in cronico tale effetto non si osserva.